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Insufficienza venosa: come trattarla e godersi l’estate

“Tutto ciò che non si rigenera degenera”

Edgar Morin

Delle molte zone corporee in cui si può manifestare l’insufficienza venosa, ovvero il seno, il fegato, i testicoli, l’inguine, l’ano, le gambe sono le più colpite. Il forte rialzo delle temperature associato al periodo estivo spesso slatentizza o peggiora condizioni quali le emorroidi (soprattutto per gli uomini) e la dolorabilità/gonfiore delle gambe (soprattutto nelle donne).

In genere l’insufficienza venosa non rappresenta un rischio per la salute. In molti casi, riducendo i fattori scatenanti, l’insufficienza venosa è migliorabile o addirittura risolvibile senza dover ricorrere a trattamenti chirurgici che invece sono necessari in stadi cronici avanzati (ad esempio varici e/o varicocele, ulcera venosa).

Perchè si manifesta?

La funzione delle vene è quella di favorire il ritorno del sangue (carico di anidride corporea e di scorie metaboliche) dalla periferia/estremi corporei al cuore. I presupposti perché questo avvenga correttamente sono:

  1. Elasticità e distensibilità del vaso venoso (adeguata quantità di tessuto connettivo e muscolare, assenza di ossidazione e infiammazione).
  2. Integrità e corretta occlusione delle valvole venose.
  3. Pressione sanguigna stabile e costante (no compressioni o strozzature venose).
  4. Pompa muscolare (pompa plantare, tono muscolare arti inferiori e pompa diaframmatica).

Quando tutti questi elementi sono difettosi e/o usurati si ha l’insufficienza venosa.

Quali sono i segnali?

I segni e sintomi che generalmente indicano una predisposizione all’insufficienza venosa sono:

  • Acufeni
  • Couperose
  • Teleangectasie (sottili vene a ragnatela)
  • Caviglie e gambe gonfie
  • Sensazione di gambe affaticate e pesanti
  • Dolore diffuso alle gambe
  • Prurito e formicolio alle caviglie
  • Crampi alle gambe, soprattutto notturni
  • Capillari visibili e varicosità
  • Comparsa di arrossamenti e macchie scure alle caviglie

A quali livelli si può intervenire?

1. Prevenzione primaria (ridurre la probabilità di manifestazione). Agire su:

  • Estate
  • Donne e/o donne a pera/ginoidi
    • la minor quantità di muscolo e scarsa qualità del tessuto connettivo causa una minor pompa nelle gambe e una minor resistenza della parete delle vene
    • Il bacino largo altera la postura, la deambulazione, comprime la vena iliaca
  • Gravidanza
    • compressione addominale
  • Famigliarità per insufficienza venosa
  • Problemi muscolari e anomalie strutturali (piede piatto e/o cavo, alluce e/o ginocchio valgo, …)
    • Riduzione della pompa plantare
    • Compressione venosa
  • Stipsi cronica
    • Compressione delle vene iliache
  • Ansia (atti respiratori accelerati e/o blocco diaframmatico)
    • Riduzione del sistema di pompa muscolare diaframmatica

2. Prevenzione secondaria (regressione della sintomatologia e/o malattia). Agire su:

  • Dieta errata (junk food, acque a basso residuo fisso, disidratazione…)
    • Infiammazione e/o ossidazione
    • Riduzione della capacità di trattenere i liquidi
    • Riduzione del volume sanguigno
  • Stile di vita errato (fumo di sigarette e consumo di alcol, …)
    • Infiammazione e/o ossidazione
  • Postura errata (scarpe coi tacchi e/o scarpe antiinfortunistiche)
    • Camminare con scarpe col tacco o con suola rigida riduce l’attività della pompa plantare
  • Sedentarietà o allenamento errato
    • Riduzione della pompa muscolare generale, eccessivo sovraccarico degli arti inferiori
  • Attività lavorative a rischio (posture errate, postazione eretta statica, lavoro in fonderia, scarpe anti infortunistiche, …)
  • Terapie farmacologiche croniche e/o massive (diuretici, contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva, …)
  • Integrazione errata (abuso di diuretici)
    • Riducono la volemia sanguigna e disidratano il corpo

3. Prevenzione terziaria (ridurre la gravità del sintomo). Agire su:

  • Vene o valvole venose danneggiate
    • Rigurgito sanguigno per errata chiusura delle valvole
  • Insufficienza renale e/o epatica, BPCO, …
    • Aumento della pressione sanguigna
  • Sovrappeso/obesità
    • Compressione della vena cava
  • Diabete e ipertensione
    • Infiammazione dei vasi
  • Interventi chirurgici (safenectomia o stripping, slerosanti, varicectomia, isterectomia, …)

Quali sono gli accorgimenti non invasivi per prevenire e ridurre l’insufficienza venosa delle gambe e delle emorroidi?

1. Stile alimentare

È bene ricordare che l’insufficienza venosa non è un disturbo prettamente estivo e che può manifestarsi in qualunque stagione perciò sarà importantissimo perseguire il più possibile i primi due livelli di trattamento.

  • Dieta dissociata (sfiamma l’intestino)
  • Consumare frutta e verdura fresca di stagione
  • Evitare la cottura al vapore o la lessatura (riduce gli edemi)
  • Adeguato apporto proteico giornaliero (almeno 1 porzione dì)
  • Consumare acque ad alto residuo fisso (700-1300 mg/l)
  • Utilizzare sale marino integrale grezzo (corretto equilibrio salino)

2. Stile di vita

  • Utilizzare scarpe con una suola morbida ed anatomica (ridurre l’uso dei tacchi quanto più possibile).
  • Quando si è a casa camminare il più possibile a piedi scalzi (riattiva il microcircolo della pompa plantare).
  • Usare le calze riposanti 140 denari se si sta molto in piedi (ricordarsi di toglierle in caso ci si sdrai sul divano o a letto.
  • A fine giornata tenere le gambe sollevate a 90° per 20 min (finché i piedi non sono diventati freddi).
  • Esercizi di rinforzo dei polpacci (no CrossFit in soggetti ginoidi) e attivazione della pompa plantare prima di ogni sessione di allenamento

3. Trattamento di sostegno manuale

L’efficacia di questi trattamenti dipende tantissimo dalla “mano” del professionista a cui vi affidate. Sceglieteli bene:

  • Trattamenti di osteopatia e/o riflessologia plantare e/o suole ortopediche
  • Pressoterapia (utile solo se abbinata al punto 1 e 2 perché fa lo stesso lavoro che dovrebbero fare i muscoli)

4. Trattamento di sostegno con supplementi

Di principi attivi naturali c’è l’imbarazzo della scelta, ma i migliori integratori generalmente contengono:

  • Sostanze vasotrofiche/vasotoniche (centella, meliloto, rusco, vite rossa, amamelide, achillea, mirtillo nero, castagno, vitamina C, pippo, ippocastano, escina, esperidina, aminoacidi essenziali, …)
    • Vanno a presi a cicli nelle persone in cui c’è una costituzione per insufficienza venosa
  • Sostanze anti fibrotiche (bromelina, …)
  • Sostanze antiossidanti (centella, vite rossa, vitamine del gruppo B, esperidina, quercitina, vitamina C, …)
  • Sostanze anti infiammatorie (centella, meliloto, vite rossa, achillea, ippocastano, diosmina, quercitina, …)
  • Sostanze fluidificanti (centella, ginko biloba, ribes nigrum, limone, pioppo, sorbo, …)
  • Sostanze anti edema (centella, meliloto, aminoacidi essenziali, polyporus umbellatus, rusco, castagno, ippocastano, …)
  • Sostanze diuretiche (rusco, acini d’uva, verga d’oro, sambuco, mais, pilosella, spaccapietre, …) e sostanze drenanti (fucus, ginepro, faggio, betulla, finocchio, carciofo, asparago, bardana, rusco, tè verde, rabarbaro, …)
    • Questi prodotti non devono mai essere usati in prima battuta, come minimo solo dopo 2 mesi dai precedenti

Gli stessi ingredienti si possono trovare anche in creme ad uso topico che possono essere associate agli integratori nei periodi clou.

Oltre a tutti questi accorgimenti, per chi soffre di emorroidi, il mio consiglio è quello di migliorare la qualità dell’alvo, di ridurre il consumo di spezie nelle fasi acute e di detossificare correttamente il fegato (vedi articolo dedicato).

Mi raccomando nella scelta del miglior integratore assicuratevi sempre che gli ingredienti siano certificati ad elevata biodisponibilità e soprattutto evitate il fai da te. Rivolgetevi e confrontatevi sempre con il vostro nutrizionista e/o medico di fiducia.

Dott.ssa Agnese Soncini

Biologa Nutrizionista AA_079309
Dietista – Cuoca

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